lunedì 29 giugno 2009

Arrivano gli Indiani 2009; un bilancio di successo!

Grazie! Grazie a tutti! Il Festival "Arrivano gli Indiani" seconda edizione, svolto a Bologna dal 12 maggio al 14 giugno è terminato con un bilancio di partecipazione ed apprezzamenti nettamente positivo. La manifestazione dedicata al popolo degli Indiani d'America, ha visto la partecipazione e la collaborazione di moltissime persone, associazioni e istituzioni e il supporto di un folto gruppo di sponsor che hanno permesso la copertura delle spese di questa complessa iniziativa. Grande successo anche di pubblico; migliaia di persone hanno partecipato agli oltre 30 eventi che si sono svolti nell'arco di più di un mese. I bambini e i ragazzi incontrati nel tour delle scuole, ci hanno dato le soddisfazioni più grandi. La purezza di spirito dei giovani di apprendere così naturalmente gli insegnamenti dei Nativi Americani è stato un esempio per i docenti e le famiglie, che non hanno mancato di complimentarsi con noi e di ringraziarci per lo splendido seme di saggezza donato a queste piccole anime. Ma ancora più forte è stato sentire i commenti di più maestre che alle parole di Robert John Knapp (tribù Seneca) e Arnold Thomas (tribù Shoshone), si avvicinavano a me e sussurravano “Dovremmo proprio dedicare più tempo a insegnare ai bambini cos’è l’amore per se stessi e per il prossimo e il rispetto di Madre terra, piuttosto che soffermarci a lungo sulla matematica e la geografia.” Quanto è vero! Quanto è importante che la scuola divenga un sostegno alle famiglie per l’educazione interore dei giovani di oggi. Oltre alle scuole, gli Indiani hanno poi incontrato le istituzioni cittadine e una folta rappresentanza di professori dell’Università di Bologna che, in una commovente conferenza svolta a Cappella Farnese, la più prestigiosa sala della città, hanno chiesto scusa ufficialmente al popolo degli Indiani d’America per le atrocità che l’occidente e quindi anche gli Italiani hanno fatto nei secoli di conquista del continente americano. Molti nella sala avevano le lacrime agli occhi nel vedere gli illustri professori Bolognesi, abbracciarsi fraternamente con gli esponenti Nativi Americani per suggellare il perdono e la pace tra le nostre razze. Un altro evento carico di profondi simbolismi è stato la Festa del Gemellaggio, che ha visto la comunanza tra gli Italiani e gli Indiani manifestata in due episodi particolari. Uno, più gioioso e spensierato, è stata il Gemellaggio Culinario, dove tutti insieme abbiamo pranzato a base di tortellini alla Bolognese e bistecche di bisonte importato per l’occasione dal Canada. L’altro, più serio e per alcuni aspetti doloroso, è stato il Gemellaggio dei Guerrieri, dove una rappresentanza di Partigiani Bolognesi ha stretto un patto di amicizia con gli ospiti Nativi Americani, accomunati entrambi dalla reciproca storia di resistenza contro l’invasore. Anche in questa occasione, le emozioni sono passate da momenti di gioia con le danze Indiane in cerchio, al momento più commovente, dove lo sciamano Robert John Knapp ha svolto un rituale di guarigione a favore delle anime dei partigiani presenti che come tutti i combattenti, portano dentro di se le ferite spirituali per aver ucciso un fratello, anche seppure al tempo della guerra era un nemico. Robert e Arnold hanno inoltre condotto un seminario che prevedeva la Cerimonia della Capanna Sudatoria, un antico rituale di molte tribù dei Nativi d’America. Per tutto il periodo di maggio, il centro commerciale Ipercoop Centro Lame ha inoltre ospitato una mostra di fotografie, poemi e aforismi sugli Indiani d’America visitata da migliaia di persone. L’arrivo in giugno di Gil Aguilera (tribù Apache) ed Estrella Apolonia (tribù Chichimeca del Messico), ha visto come primo appuntamento, una conferenza con la partecipazione di molti rappresentanti di associazioni ambientaliste del territorio. Il giorno successivo, si è svolta una bellissima festa attorno al fuoco presso il Parco Ropa Center, con canti e danze in cerchio, dove il pubblico a partecipato con molto calore. Il giorno successivo, si è svolto il 1° Indian Tour, che consisteva in una colonna di camper e auto che ha percorso un tragitto sulle colline di Bologna. La prima tappa è stata una sosta a Sasso Marconi per incontrare il nuovo sindaco insediato e la cittadinanza e svolgere con loro la Danza dell’Amicizia. Il viaggio è poi proseguito in direzione di due loghi specifici del territorio Bolognese che rappresentano due dei siti più importanti dell’antica civiltà Etrusca; Marzabotto, antico centro con i resti della città, dell’acropoli e della necropoli e Montovolo, la montagna sacra Etrusca che ai tempi di questa antica civiltà, rappresentava il centro spirituale della lega delle città nel territorio appenninico tra Bologna e Firenze. L’intento è stato quello di riconoscere e attivare i luoghi più sacri dei nostri antenati Etruschi e chiedere ai loro Spiriti, attraverso cerimonie e preghiere, il permesso di svolgere il giorno successivo la Cerimonia dell’Acqua sul fiume Reno, il corso d’acqua più importante della provincia di Bologna. Il bilancio complessivo della prima edizione del Festival “Arrivano gli Indiani” è dunque altamente positivo. Le collaborazioni per la riuscita dei numerosi eventi, hanno attivato delle relazioni che fanno intravedere nuove e ancora più interessanti iniziative per il futuro. Le scuole, l’università, le istituzioni comunali e provinciali e molte associazioni, hanno partecipato con sincero sentimento di amicizia e la gente, si è avvicinata con grande maturità e profondo rispetto a questa cultura Nativa Americana, così lontana e differente dalla nostra, ma allo stesso tempo unita a noi da valori universali che non possono altro che affermare la fraternità dei nostri due popoli.

Articolo di Riccardo Fioravanti


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La Cerimonia dell'Acqua sul fiume Reno


Una domenica al Lido di Casalecchio sul fiume Reno, per i Bolognesi significa andare in spiaggia in città. Ma domenica 14 giugno, un evento speciale ha richiamato l'attenzione di chi era andato in riva al fiume per una giornata di dolce relax. Si è svolta infatti la Cerimonia dell’Acqua, un tradizionale rituale “pellerossa” che avrebbe sancito la conclusione del Festival “Arrivano gli Indiani”, la manifestazione dedicata al popolo dei Nativi d’America. Il programma prevedeva che la cerimonia di benedizione del fiume Reno fosse ufficiata da due esponenti del popolo Indiano: Estrella Apolonia, sacerdotessa della discendenza Azteca della tribù Chichimeca del Messico e Gil Aguilera della tribù degli Apache. Ma già nei giorni precedenti, qualcosa di speciale era avvenuto a Firenze, dove Estrella e Gil avevano tenuto un seminario sciamanico; l’incontro non programmato con Daniel Inti, uomo di medicina (sciamano) della discendenza Incas del Perù. La straordinarietà dell’incontro è stata che Estrella, Gil e Inti, ormai da anni stanno lavorando per fare in modo che una antica profezia del loro popolo si avveri: la riunione tra l’aquila e il condor. In tale predizione, si annuncia che quando i popoli del nord America simboleggiati dall’aquila, si riuniranno spiritualmente ai popoli del sud America simboleggiati dal condor, tali culture, che per molto tempo sono state devastate dall’oppressione di un’altra civiltà, si riscatteranno e sulla Terra inizierà una nuova era di pace. La riunione di Estrella, Gil e Inti, sul suolo di Casalecchio è stata quindi una grande manifestazione di questa antica profezia che si è rivelata anche qui in terra d’occidente. A completare questo momento di grande unità, è stato l’ingresso nel cerchio della cerimonia di un ragazzo di colore rappresentante della razza nera e di una donna orientale con suo figlio in braccio rappresentante della razza gialla. Il cerchio si è chiuso intorno ad una folla di oltre 300 persone che raccoglievano al loro interno gli esponenti di tutte le razze della Terra. La cerimonia ha visto canti, danze e preghiere celebrate dagli ospiti Nativi Americani e da alcuni Italiani tra cui Sabrina, Rita e io (Riccardo). Il rituale si è poi concluso con un corteo che ha accompagnato i conduttori della cerimonia fino sulla riva del Reno, per il gesto finale di versare nel fiume l’acqua che era stata benedetta durante la cerimonia. Nonostante ci fossero alcuni curiosi, tutte le persone che hanno partecipato a questa cerimonia hanno dimostrato un profondo rispetto, capendo che quell’evento non era uno spettacolo di intrattenimento, ma un’espressione importante di una spiritualità profondamente viva non solo nel popolo “pellerossa”, ma anche tra molte anime “bianche” presenti. Con il loro esempio, i nostri fratelli e sorelle Indiani d’America ci hanno aiutato a ricordare la fondamentale importanza delle cose semplici che oggi molti di noi danno per scontate, ma che sono invece tremendamente precarie ed eternamente connesse alla nostra esistenza.

Articolo di Riccardo Fioravanti


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Nativi della Terra; un nuovo grande progetto

Il Festival "Arrivano gli Indiani 2009” ha prepotentemente aperto molte porte verso nuove idee, nuovi progetti, nuove guarigioni interiori e nuovi amici. Dopo un lungo percorso durato molti anni e costellato da grandi soddisfazioni ma anche di cocenti delusioni, oggi si manifesta una nuova opportunità di realizzare un progetto che promuova una visione della vita più umana, più semplice, più legata ai ritmi naturali dell’uomo, più onesta, più libera, più leggera, più profonda, più vera: il Progetto Nativi della Terra. La crisi che oggi l’umanità sta vivendo è l’espressione di uno stile di vita che si è dimostrato fallimentare e che ora sta crollando sotto i nostri piedi. Non si tratta solo di un sistema finanziario che sta dimostrando la sua totale inadeguatezza alle esigenze di un mondo in profondo cambiamento e non si tratta neanche solo di una situazione drammatica dal punto di vista ecologico, tra inquinamento, cementificazione e cibo malsano. Il punto qui ed ora è che la crisi che ci sta investendo tutti, nasce da una grande immaturità spirituale che si riflette in tutte le cose che facciamo. Abbiamo disimparato a vivere in pace tra noi esseri umani, abbiamo perso l’armonia con Madre Terra, ma soprattutto abbiamo smarrito la connessione più importante; quella con noi stessi. Per questo motivo, per ritrovare il proprio centro, per cercare nuove soluzioni e per costruire una nuova visione dell’esistenza che abbiamo di fronte, nasce il progetto Nativi della Terra, un contenitore di vari progetti che ha il preciso scopo di aiutarci a trovare una nuova via, un nuovo sentiero di vita che possa riportarci ad un equilibrio interiore ed esteriore come forse l’umanità non ha mai visto prima. Ognuno di noi ha oggi la responsabilità di produrre questo cambiamento nella sua individuale quotidianità. Allo stesso tempo è necessario confrontarci l’un l’altro per crescere insieme e unire le forze per dare energia ad un nuovo modo di vivere, un modo che ci faccia guadagnare il privilegio e l’onore di essere tutti quanti ugualmente dei veri Nativi della Terra.

Articolo di Riccardo Fioravanti


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