Grazie! Grazie a tutti! Il Festival "Arrivano gli Indiani" seconda edizione, svolto a Bologna dal 12 maggio al 14 giugno è terminato con un bilancio di partecipazione ed apprezzamenti nettamente positivo. La manifestazione dedicata al popolo degli Indiani d'America, ha visto la partecipazione e la collaborazione di moltissime persone, associazioni e istituzioni e il supporto di un folto gruppo di sponsor che hanno permesso la copertura delle spese di questa complessa iniziativa. Grande successo anche di pubblico; migliaia di persone hanno partecipato agli oltre 30 eventi che si sono svolti nell'arco di più di un mese. I bambini e i ragazzi incontrati nel tour delle scuole, ci hanno dato le soddisfazioni più grandi. La purezza di spirito dei giovani di apprendere così naturalmente gli insegnamenti dei Nativi Americani è stato un esempio per i docenti e le famiglie, che non hanno mancato di complimentarsi con noi e di ringraziarci per lo splendido seme di saggezza donato a queste piccole anime. Ma ancora più forte è stato sentire i commenti di più maestre che alle parole di Robert John Knapp (tribù Seneca) e Arnold Thomas (tribù Shoshone), si avvicinavano a me e sussurravano “Dovremmo proprio dedicare più tempo a insegnare ai bambini cos’è l’amore per se stessi e per il prossimo e il rispetto di Madre terra, piuttosto che soffermarci a lungo sulla matematica e la geografia.” Quanto è vero! Quanto è importante che la scuola divenga un sostegno alle famiglie per l’educazione interore dei giovani di oggi. Oltre alle scuole, gli Indiani hanno poi incontrato le istituzioni cittadine e una folta rappresentanza di professori dell’Università di Bologna che, in una commovente conferenza svolta a Cappella Farnese, la più prestigiosa sala della città, hanno chiesto scusa ufficialmente al popolo degli Indiani d’America per le atrocità che l’occidente e quindi anche gli Italiani hanno fatto nei secoli di conquista del continente americano. Molti nella sala avevano le lacrime agli occhi nel vedere gli illustri professori Bolognesi, abbracciarsi fraternamente con gli esponenti Nativi Americani per suggellare il perdono e la pace tra le nostre razze. Un altro evento carico di profondi simbolismi è stato la Festa del Gemellaggio, che ha visto la comunanza tra gli Italiani e gli Indiani manifestata in due episodi particolari. Uno, più gioioso e spensierato, è stata il Gemellaggio Culinario, dove tutti insieme abbiamo pranzato a base di tortellini alla Bolognese e bistecche di bisonte importato per l’occasione dal Canada. L’altro, più serio e per alcuni aspetti doloroso, è stato il Gemellaggio dei Guerrieri, dove una rappresentanza di Partigiani Bolognesi ha stretto un patto di amicizia con gli ospiti Nativi Americani, accomunati entrambi dalla reciproca storia di resistenza contro l’invasore. Anche in questa occasione, le emozioni sono passate da momenti di gioia con le danze Indiane in cerchio, al momento più commovente, dove lo sciamano Robert John Knapp ha svolto un rituale di guarigione a favore delle anime dei partigiani presenti che come tutti i combattenti, portano dentro di se le ferite spirituali per aver ucciso un fratello, anche seppure al tempo della guerra era un nemico. Robert e Arnold hanno inoltre condotto un seminario che prevedeva la Cerimonia della Capanna Sudatoria, un antico rituale di molte tribù dei Nativi d’America. Per tutto il periodo di maggio, il centro commerciale Ipercoop Centro Lame ha inoltre ospitato una mostra di fotografie, poemi e aforismi sugli Indiani d’America visitata da migliaia di persone. L’arrivo in giugno di Gil Aguilera (tribù Apache) ed Estrella Apolonia (tribù Chichimeca del Messico), ha visto come primo appuntamento, una conferenza con la partecipazione di molti rappresentanti di associazioni ambientaliste del territorio. Il giorno successivo, si è svolta una bellissima festa attorno al fuoco presso il Parco Ropa Center, con canti e danze in cerchio, dove il pubblico a partecipato con molto calore. Il giorno successivo, si è svolto il 1° Indian Tour, che consisteva in una colonna di camper e auto che ha percorso un tragitto sulle colline di Bologna. La prima tappa è stata una sosta a Sasso Marconi per incontrare il nuovo sindaco insediato e la cittadinanza e svolgere con loro la Danza dell’Amicizia. Il viaggio è poi proseguito in direzione di due loghi specifici del territorio Bolognese che rappresentano due dei siti più importanti dell’antica civiltà Etrusca; Marzabotto, antico centro con i resti della città, dell’acropoli e della necropoli e Montovolo, la montagna sacra Etrusca che ai tempi di questa antica civiltà, rappresentava il centro spirituale della lega delle città nel territorio appenninico tra Bologna e Firenze. L’intento è stato quello di riconoscere e attivare i luoghi più sacri dei nostri antenati Etruschi e chiedere ai loro Spiriti, attraverso cerimonie e preghiere, il permesso di svolgere il giorno successivo la Cerimonia dell’Acqua sul fiume Reno, il corso d’acqua più importante della provincia di Bologna. Il bilancio complessivo della prima edizione del Festival “Arrivano gli Indiani” è dunque altamente positivo. Le collaborazioni per la riuscita dei numerosi eventi, hanno attivato delle relazioni che fanno intravedere nuove e ancora più interessanti iniziative per il futuro. Le scuole, l’università, le istituzioni comunali e provinciali e molte associazioni, hanno partecipato con sincero sentimento di amicizia e la gente, si è avvicinata con grande maturità e profondo rispetto a questa cultura Nativa Americana, così lontana e differente dalla nostra, ma allo stesso tempo unita a noi da valori universali che non possono altro che affermare la fraternità dei nostri due popoli.
Articolo di Riccardo Fioravanti
...